Una pratica di “nomadismo” tra i vari “appartamenti-sedi”, era assunta per evitare l’identificazione con specifiche situazioni di vita e di “quotidianismo”. La critica dello spettacolo è quindi la critica dell’ “ideologia” della società delle merci. E’ chiaro che, oggi come allora, il valore non sta nella distruzione stessa, ma nella rivolta che saprà trasformarsi in progetto positivo.”. Ascolta l'audio registrato venerdì 23 aprile 2021 in radio. Qual è l’obiettivo politico anche dei sedicenti rivoluzionari ? Il nuovo avrebbe dovuto sorgere spontaneamente proprio come esigenza vitale dell’umanità in quella lotta di liberazione, cioè in una condizione di antagonismo permanente che avrebbe imposto, di per sé, un uso radicalmente diverso degli spazi e delle risorse. Essa si articola nella critica della produzione di merci e del loro consumo. Le definizioni “sinistra” (anche “ultra”), “centro”, “destra” e così via rappresentano solo le forme spettacolari che si danno i vari rackets alla ricerca del proprio potere. Non ci si può identificare in null’altro che non sia il nostro processo di negazione (del valore in processo, cioè del capitale). Il movimento di negazione deve realizzarsi allora nel rifiuto della “società del capitale”, nel rifiuto del lavoro e della “quotidianità” inserita nella logica di mercato. «Il radicale è un liberale che oltrepassa il limite di velocità.» (John Garland Pollard)Il radicalismo è una corrente ideologica di sinistra sorta nel XVIII secolo all'interno del movimento liberale.I "radicali" rappresentavano l'ala più estrema dello schieramento liberale identificandosi nella sinistra liberale. Riportiamo un passo di questa intervista che, in chiusura di questo capitolo, oltre a raccontarci Riccardo D’Este, al di là delle “leggende” che lo hanno sempre accompagnato, ci restituisce lo spirito e il vissuto di un uomo che ha partecipato pienamente alle lotte di quegli anni attraversando l’attività di tutti e tre i gruppi dell’area della critica radicale di cui ci siamo occupati e allo stesso tempo ci chiarisce ulteriormente i connotati teorici di quella scelta di campo ed insieme esistenziale. L’organizzazione fu poi sciolta da alcuni membri che ne rifiutarono la progressiva trasformazione in “banda politica” nel ’71. : “Come la prima organizzazione del proletariato classico fu preceduta da un’ epoca di gesti isolati, “criminali”, miranti alla distruzione delle macchine che eliminavano la gente dal lavoro, si assiste in questo momento alla prima apparizione di un’ondata di vandalismo contro le macchine del consumo che ci eliminano altrettanto sicuramente dalla vita. Arendt pensava che Eichmann fosse un burocrate ordinario, se non addirittura noios o. Uno che, stando alle sue parole, non era “né perverso, né sadico”, ma “spaventosamente normale”. Ve ne ha di formati da due, tre, quattro ed anche più elementi. I concetti centrali della teoria comontista, per quei tempi innovativi e del tutto estranei alle teorie operaiste dei “gruppi extraparlamentari”, furono la critica dell’ “ideologia merce” e della “merce ideologica”, e l’identificazione della “classe umana” come nuovo soggetto rivoluzionario. Nel ’70 esce a Milano il “Bollettino N°3” che porta come titolo: “Ludd/Consigli proletari”. La critica radicale in Italia negli anni dal 1967 al 1977. radicale. Traduzioni in contesto per "formulare una critica radicale" in italiano-inglese da Reverso Context: Si sottrae a qualsiasi ragionevole controllo democratico, e in questo contesto naturalmente è difficile formulare una critica radicale, ma in alcuni punti la relazione del collega Rübig è senz'altro lodevole. Per me la lotta contro il potere, anche nelle sue forme più sottili, più interiorizzate, è l’unica strada per conquistare la gioia reale di vivere, di amare, di giocare. Da cui una sorta di rinuncia alla dimensione privata nella vita degli individui e una radicale integrazione della propria esistenza nel gruppo; ciò si realizzava attraverso una critica collettiva, spesso esasperata, delle azioni di ogni membro. Il soggetto rivoluzionario non è quindi l’operaio, come sosteneva la sinistra operaista, bensì l’uomo che liberandosi dal lavoro con tutti i mezzi, riprende possesso dei suoi reali bisogni. [Sel.] . Significa quel gruppo molecolare che rappresenta un tutto, il quale procede, nelle sostituzioni e nelle combinazioni, alla maniera di un corpo semplice. Lo “spettacolo” è il feticismo delle merci portato all’estremo. Per la teoria radicale infatti erano cambiati anche i termini stessi della lotta di classe. Il nuovo avrebbe dovuto sorgere spontaneamente proprio come esigenza vitale dell’umanità in quella lotta di liberazione, cioè in una condizione di antagonismo permanente che avrebbe imposto, di per sé, un uso radicalmente diverso degli spazi e delle risorse. Il “Bollettino N°2” uscì, sempre a Genova e nel ’69, con il titolo “Ludd”. Tutto ciò era considerato una manifestazione dell’autonomia proletaria alla quale “comontismo” tendeva ad approssimarsi il più possibile e di cui si considerava genuina espressione. Il lavoro è creatore di civiltà e cultura ed è ciò che rende l'uomo tale . All Rights Reserved. E nel gioco della perpetuazione del sistema di dominio capitalista è importante che vi siano continue false contrapposizioni, falsi scontri per celare sotto le cortine fumose delle ideologie il senso del vero scontro: tra umanità e capitale. Per conto mio cerco di essere un rivoluzionario, riuscendovi talora. Del resto le bombe di Piazza Fontana e lo schieramento “controcorrente” in difesa degli indagati anarchici, avevano finito per chiudere i pochi spazi ancora aperti. Essa si articola nella critica della produzione di merci e del loro consumo. Pubblicazioni e documenti dei gruppi della critica radicale in Italia. Alcuni che avevano dato vita all’anima “immediatista”, scapigliata, “tossica”, confluirono poi in “Comontismo”, dopo un’esperienza comunitaria avvenuta in Toscana, a Ponte a Egola*, in una cascina. Pubblicò oltre a innumerevoli volantini, tre numeri della rivista “Comontismo, per l’ultima internazionale” e due pamphlet (“Verso l’abolizione di ogni codice presente e futuro” e “Contratti o sabotaggio”). In copertina una frase di K.Marx : “Il proletariato o è rivoluzionario o non è nulla”. Ebbene, il progetto realmente rivoluzionario, comunista è la distruzione di ogni potere, la riappropriazione da parte degli uomini della propria umanità, della propria vita ora asservite al capitale e svuotate di senso reale. La presa del potere da parte di una classe particolare, quella operaia, magari gestita da un partito che pretende di parlare in suo nome. Tutto ciò era considerato una manifestazione dell’autonomia proletaria alla quale “comontismo” tendeva ad approssimarsi il più possibile e di cui si considerava genuina espressione. 1 Analisi razionale applicabile a qualsiasi oggetto di pensiero, concreto o astratto, e volta all'approfondimento della conoscenza e alla formazione di un giudizio autonomo: c. storica; c. costruttiva. sfida alla loro democrazia…”.5 Essere una sfida significava non soltanto che la loro presenza e il dato della schiavitù su base razziale ponevano questioni sull’ugua-glianza e la democrazia, ma che la stesura di petizioni per la libertà degli schiavi e le pratiche politiche dell’abolizionismo nero radicale costituivano critiche … Per una breve introduzione ad uso di chi poco o nulla sa di questa corrente ultra minoritaria che ha attraversato le lotte degli anni 67-77, ci avvaliamo di questo breve testo, tratto da una tesi di laurea sull’argomento di una giovane compagna. (Chim.) Ma è in Francia, con il situazionismo, che tale critica raggiunge la sua espressione più matura. Le definizioni “sinistra” (anche “ultra”), “centro”, “destra” e così via rappresentano solo le forme spettacolari che si danno i vari rackets alla ricerca del proprio potere. Il gruppo si proponevadi costruire una “comunità di intenti e di azione” che fosse “espressione coerente della rivoluzione in atto, che rompe ogni continuità” e che non ha “altra finalità che quella del piacere coscientemente vissuto e organizzato”. – critica dei ruoli: espressa sia nei confronti di quelli prodotti dalla società (familiari, economici, istituzionali), sia di quelli che si profilavano all’interno dei rapporti comunitari (capo, gregario, maschio, femmina, ecc.). 2 Disciplina che studia i particolari caratteri storico-culturali ed … Da una parte è critica del sistema di fabbrica, dall’altra critica del consumismo, quindi della vita degli individui ridotta al consumo di merce, che si riduce a sua volta alla “produzione dell’individuo come merce”. Il gruppo si proponevadi costruire una “comunità di intenti e di azione” che fosse “espressione coerente della rivoluzione in atto, che rompe ogni continuità” e che non ha “altra finalità che quella del piacere coscientemente vissuto e organizzato”. dicembre 09, 2018. Karl Marx, pensiero filosofico e sviluppo dell'utopia comunista, dalla critica ad Hegel a quella alla società capitalista Critica Radicale Copyright (C) 2014. La pedagogia critica è uno sguardo che pone attenzione alle questioni che le scienze dimostrative considerano non rilevanti (‘sguardo negativo’); lo sguardo è radicale perché ridiscute i propri saperi ed è regolativo perché indica obiettivi idonei a svolgere il compito di regolare l’universo discorsivo. Non è facile, poiché spesso la lotta per la sopravvivenza ti inaridisce e ti ottunde. “Comontismo” agì tra il ’72e il ’73 a Firenze, Milano e Torino. Il bollettino porta, tra l’altro, gli atti di una riunione organizzata da ICO (Informations Correspondances Ouvrières) a Bruxelles nel luglio ’69; vi parteciparono gruppi francesi (tra i quali “Noir et Rouge”), belgi, italiani, portoghesi, americani. – critica della politica: quindi del leaderismo, del militantismo, del partito degli specialisti. Facendo seguito a un primo tentativo di archiviazione su questo sito (vedi http://www.nelvento.net/archivio/68/isocluddcom/isocluddcom.html), sono raccolti in questa sezione una gran parte dei documenti prodotti, dal ‘67 al ‘77, dalla corrente rivoluzionaria definitasi nel tempo come Critica radicale. Qui prosegue, in particolare con l’articolo “L’utopia capitalista”, il tentativo di produrre un’elaborazione teorica originale in grado di tener conto delle novità dell’esistente e delle lotte dell’epoca. – la critica del “sacrificio”, si realizzava nel rifiuto del lavoro (ma anche, per svilimento, di ogni attività pianificata e finalizzata), della “militanza” e nell’esaltazione del piacere, da cui derivò una spesso mortale sottovalutazione delle conseguenze dell’uso delle droghe pesanti la cui diffusione era agli albori. Altri infine diedero luogo in città diverse a iniziative (come la libreria “La vecchia talpa” e attività parallele a Milano) che ebbero varia fortuna. “Comontismo” agì tra il ’72e il ’73 a Firenze, Milano e Torino. Spesso il passato che pure ritieni di avere superato e liquidato ti risalta addosso con suoi rigurgiti castranti. Come poterlo fare? Oggi chi si muove teoricamente e praticamente per la rivoluzione mondiale è la classe universale, la classe umana; che non può che essere nemica della politica e dei suoi maneggi. La categoria fondamentale della critica situazionista, lo “spettacolo”, è equivalente a quella marxiana di “feticismo della merce”, che pone in evidenza come l’attività umana volta alla produzione e consumo di beni, cioè l’economia, sfugga al controllo consapevole dei produttori, poiché invece di essere finalizzata alla soddisfazione dei loro bisogni, al contrario, li domina totalitariamente, presentandosi ai loro occhi come “movimento autonomo delle cose”, che in tale fantasmagoria non appaiono più come beni fruibili ma acquisiscono ideologicamente il carattere di feticci. L'unico modo di abbattere l'alienazione sarà la rivoluzione. A agg. *a proposito di questa esperienza è stato realizzato recentemente, con la collaborazione di alcuni degli stessi protagonisti dell’epoca e con la regia di Marilena Moretti, un film-documentario: La Rivoluzione non è una cosa seria, “Acheronte” e “Organizzazione Consiliare”. Tale comunità avrebbe dovuto essere l’espressione della nascente “classe umana”, erede storica del proletariato rivoluzionario, negatrice del “capitale” e del dominio delle cose sugli uomini. Non è facile, poiché spesso la lotta per la sopravvivenza ti inaridisce e ti ottunde. Lo “spettacolo” è il feticismo delle merci portato all’estremo. Egli non agì per nessun altro motivo se non per assicurarsi diligentemente d i far avanzare la propria carriera nella burocrazia nazista. La corrente radicale italiana fu un prodotto del movimento del ’67-’68. ", Collana di fotografia sociale/Zero in condotta, http://www.nelvento.net/archivio/68/isocluddcom/isocluddcom.html, http://www.nelvento.net/riccardodeste/index.html, Sulla serie originale-Netflix: I dodici giurati (2019). Alcuni che avevano dato vita all’anima “immediatista”, scapigliata, “tossica”, confluirono poi in “Comontismo”, dopo un’esperienza comunitaria avvenuta in Toscana, a Ponte a Egola*, in una cascina. La forma della critica è una sintesi dei modelli storici, filosofici, tipico-ideali, ecc. Una critica radicale al diritto romano nella Francia del XVI secolo Giovanni Rossi QUADERNI FIORENTINI per la storia del pensiero giuridico moderno 44 (2015) TOMO I GIOVANNI ROSSI FRANÇOIS HOTMAN VS TRIBONIANO: UNA CRITICA RADICALE AL DIRITTO ROMANO NELLA FRANCIA DEL XVI SECOLO 1. Mentre iniziavano quelli che furono definiti gli “anni di piombo” e mentre i “gruppi extraparlamentari” tendevano a scomparire divenendo sempre più un’ appendice della sinistra parlamentare, combattendone tutte le battaglie, i rivoluzionari che si riferivano all’area radicale, continuarono un percorso loro proprio. Il punto centrale nel quale si possono identificare i contenuti caratteristici della corrente comunista radicale è la convinzione di essere entrati in un’epoca in cui lo sviluppo delle forze produttive è tale da consentire un’affermazione diretta del comunismo, finalmente al di là dei problemi della transizione e del socialismo: lo sviluppo della scienza, della tecnica e dell’automazione sono tali da consentire una radicale liberazione dal lavoro. Nell’ottobre 1970 uscì a Torino il ciclostilato “Acheronte”, “comunicazioni interne dell’organizzazione consigliare” (O.C.). Da cui una sorta di rinuncia alla dimensione privata nella vita degli individui e una radicale integrazione della propria esistenza nel gruppo; ciò si realizzava attraverso una critica collettiva, spesso esasperata, delle azioni di ogni membro. L’obiettivo immediato quindi delle lotte che divampano nel corso degli anni ‘67-‘70 è, per i protagonisti di questa corrente, quello di “distruggere”, di “fermare” la macchina capitalista ovunque possibile; non si trattava di ricostruire, di trasformare, di riformare alcunché, ma essenzialmente di abbattere, irreversibilmente, tutti gli aspetti dello stato delle cose: la struttura produttiva e di classe così come i costumi e le mentalità. Gli ultimi due volantini sono distribuiti a Torino, uno è un accusa di calunnia e disinformazione contro Lotta Continua per aver loro attribuito il sequestro a scopo di estorsione dell’industriale Carello, compiuto invece da alcuni elementi dell’area bordighista. La critica radicale tra previsione concreta e regolazione capitalistica. propagatisi poi in tutta Europa. La critica radicale. Sono qui raccolti una gran parte dei documenti prodotti, dal ‘67 al ‘77, dalla corrente rivoluzionaria definitasi nel tempo come Critica radicale. Il concetto del capitalismo come somma di rappresentazioni coincide con quello elaborato in Francia nel decennio precedente dall’ Internazionale Situazionista, la cui attività aveva avuto negli avvenimenti del maggio francese la massima risonanza, ovvero col concetto di “società dello spettacolo”. – critica della merce: concretizzata nel rifiuto di accumulare valore, vivendo con indifferenza sia il lusso, esercitato come dissipazione, che le ristrettezze, affrontate con indifferente ironia, il tutto accompagnato da una pratica generalizzata di espropriazione, prevalentemente esercitata nel taccheggio presso supermercati e librerie. E’ per questo motivo che possiamo ragionevolmente includere nell’area della critica radicale italiana anche i rappresentanti di quella sezione italiana dell’Internazionale Situazionista che, sebbene in Italia abbia avuto breve vita, fu un importante riferimento per i movimenti che a quelle teorie si ispirarono. 1 Che va o intende andare fino alla radice, all'essenza, al profondo di uno stato, di una condizione e sim. Organizzazione Consigliare aveva esteso il programma organizzativo a categorie fino ad allora giudicate impraticabili, come la teppa e la criminalità. Una pratica di “nomadismo” tra i vari “appartamenti-sedi”, era assunta per evitare l’identificazione con specifiche situazioni di vita e di “quotidianismo”. Secondo: per la crisi intervenuta nel pedagogico attraverso le pratiche teoriche di smascheramento, di decostruzione, di critica radicale che – dal ’68 – sono venute a erodere lo statuto sociale e epistemico della pedagogia, mostrandola come irretita nell’ideologia, nel pregiudizio, nelle istituzioni, nelle “forme di vita” e quindi come falso-sapere (=acritico). Per questo, non più unicamente i proletari – coloro che producono il “plusvalore” – ma tutti gli uomini divengono schiavi del capitalismo; non è più il lavoro come momento definito e particolare dell’attività umana ad essere sottomesso e incorporato al sistema, bensì tutto il processo vitale degli uomini. Questa documentazione costituisce la base per la pubblicazione cartacea La Critica Radicale in Italia edita da Nautilus, di cui è uscito il primo volume.Questi documenti rintracciati con la collaborazione di molti compagni di adesso e di allora, sono stati pazientemente scansionati, impaginati e pubblicati a cura di Sergio Serrao nel sito Nel Vento e ora trasferiti in questo. – 1. a. Facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare gli uomini nel loro operato e il risultato o i risultati della loro attività per scegliere, selezionare, distinguere il vero dal falso, il certo dal probabile, il bello dal meno bello o dal brutto, il buono dal cattivo o dal meno buono, … Le lotte politiche sono esemplari in questo senso. La corrente radicale italiana fu un prodotto del movimento del ’67-’68. La presa del potere da parte di una classe particolare, quella operaia, magari gestita da un partito che pretende di parlare in suo nome. Altri si ritirarono in condizioni di assoluto isolamento, occupati in un’intensa attività teorica. La critica dello spettacolo è quindi la critica dell’ “ideologia” della società delle merci. Come si può arrivare a ciò? Una parte di O.C. A differenza degli intellettuali dell’area della critica radicale, D’Este fu soprattutto uomo d’azione, se così si può dire per un uomo che visse sempre nelle lotte e nello scontro con la società che lo circondava, immerso nelle contraddizioni del proprio voler essere rivoluzionario, come se non si potesse essere altrimenti per poter vivere. Queste correnti influiranno sul movimento studentesco, insieme al movimento operaio, nelle lotte degli anni ’70 in Italia. Asserivano i situazionisti: “Noi non lavoriamo allo spettacolo della fine del mondo, ma alla fine del mondo dello spettacolo”. In copertina una frase di K.Marx : “Il proletariato o è rivoluzionario o non è nulla”. Qual è l’obiettivo politico anche dei sedicenti rivoluzionari ? Per me la lotta contro il potere, anche nelle sue forme più sottili, più interiorizzate, è l’unica strada per conquistare la gioia reale di vivere, di amare, di giocare. In particolare i primi nuclei di “comunismo radicale” sorsero nella turbolenza delle occupazioni scolastiche e universitarie. Anche nel tempo libero, oltre che sul lavoro, l’uomo è asservito alle esigenze di realizzazione del plusvalore e di riproduzione del sistema; la produzione, la circolazione e il consumo delle merci diventano “l’unicum” che informa tutte le coscienze e “l’ideologia”, cioè “la falsa coscienza del mondo e di sé”, che domina le relazioni umane, diviene vera e propria forza materiale, forza direttamente produttiva, che condiziona la mente di tutti.
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